IL CONCETTO: EMOZIONI A CARO PREZZO!

 

Il progetto viene presentato come un’innovazione concettuale unica in Italia per quanto concerne lo shopping e l’intrattenimento. Si tratta del un nuovo concetto di marketing, il Retailtainment (una fusione di retail, commercio al dettaglio e entertainment, intrattenimento). Questa strategia commerciale nasce dalla necessità di trovare nuove motivazioni che spingano i consumatori a fare acquisti, dal momento che il semplice “ho bisogno di….” non sembra più sufficiente, in quanto ampiamente soddisfatto nella società del “benessere”. Approfonditi studi sociologici e di marketing hanno però messo in evidenza che esiste un grande “bisogno di emozioni” e quindi la loro ricerca. Così l’intrattenimento, associato all’acquisto di beni materiali (abiti, scarpe, accessori, casalinghi, arredamento ecc.) arriva a dare una risposta, soddisfando il “bisogno emozionale” degli incosapevoli consumatori e riempiendo le tasche dei commercianti e degli investitori di questi “villaggi dello shopping”. Il brand o marca si “riempie” di significato esperienziale, aumentando la motivazione all’acquisto.

Il Caselle Open Mall è stato concepito infatti come una vera e propria cittadella, sia per le dimensioni che per le architetture che, come spiega il sito del progetto, riproducono strade, piazze, portici e luoghi di incontro che richiamano le tipiche forme della bella Torino…così ci si sentirà comunque a casa!

È curioso apprendere che mentre Aedes SIIQ “trasferisce” Torino in periferia per attrarre i consumatori, spingendoli a tragitti in auto più o meno lunghi, la grande IKEA sta da alcuni anni investendo in “piccoli” punti vendita nei centri storici delle città (es. Roma, Parigi, Londra ecc.) con l’obiettivo di avvicinare il negozio al consumatore, favorendo gli spostamenti a piedi o con i mezzi pubblici, valorizzando la cultura e la storia dei centri storici e promuovendo la riappropriazione di spazi urbani magari in disuso.

Indubbiamente si tratta in entrambi i casi di strategie di mercato. Entrambe presentate come avvenieristiche soluzioni ai bisogni del domani. È necessario a questo punto chiedersi: di quale domani abbiamo bisogno? Quale domani desideriamo costruire?

Nei primi giorni di maggio è stata lanciata una raccolta firme su Change.org dal Sig. Stefano Levra per fermare la realizzazione del progetto. Se vuoi partecipare e divulgare clicca qui.